MAURIZIO VANNI: MANI DI LUCE / HANDS OF LIGHT

La mano esprime l’idea di attività, di emblema regale, di strumento di autorità, di potenza e di dominio. Nelle lingue dell’Estremo Oriente la mano si associa ad azioni legate all’accoglienza spirituale e all’esperienza interiore di un microcosmo che sfugge al condizionamento spazio-temporale. Robert Hromec, prima ancora di manifestare segni e simboli, macchie di colore in una superficie considerata parte attiva, si appropria di uno spazio, più mentale che fisico, trasformandolo nella dimensione del qui e ora dove la composizione si apre ai nostri occhi quasi come un enigma da decifrare.

Le danze rituali dell’Asia del Sud, spesso, sono chiamate danze delle mani non solo per i movimenti e le forme che iscrivono nello spazio, ma per la loro posizione rispetto al resto del corpo. Hromec utilizza spesso la simbologia delle mani, la loro differente postura, il diverso posizionamento delle dita, e la loro relazione con lo spazio e tra loro stesse. In modo quasi ossessivo, le mani si trasformano in tracce esistenziali, in orme cerebrali che sembrano volerci suggerire qualcosa di primordiale e magico.

Mani che accolgono, mani che prendono, mani che indicano, mani che distinguono, mani che chiudono, mani che rassicurano, mani che insegnano, mani che raccontano all’interno di un’esplosione di luce, di gestualità colorate e di elementi rifrangenti. Quelle di Hromec sono mani che risplendono, che portano luce e conoscenza, ma solo per coloro che sanno concedersi anche a qualcosa che non ha un significato diretto e razionale.

Maurizio Vanni
Lucca, 2014

The hand expresses the idea of activity, the concept of a regal emblem, an instrument of authority, power and domination. In the languages of the Far East, the hand is associated with actions tied to spiritual reception and the interior experience of a microcosm that escapes spatial and temporal conditioning. Robert Hromec, even before adding signs and symbols and areas of colour to a surface considered partially active, appropriates a space, one that is more mental than physical, transforming it into the dimension of the here and now, where the composition opens up before our eyes like an enigma to be deciphered.

The ritual dances of South Asia are called hand dancing (Mudra) not only because of the movements and shapes they inscribe in space, but also for their position with relation to the rest of the body. Hromec often uses the symbolism of hands, their different posing, the different positioning of the fingers and their relationship with space and each other. In an almost obsessive way, the hands turn into existential traces, cerebral impressions that seem to want to express something primordial and magical.

Hands that welcome, hands that take, hands that indicate, hands that distinguish, hands that close, hands that reassure, hands that teach, hands that tell within an explosion of light, colourful gestures and refracting elements. Hromec’s hands are hands that shine, bringing light and knowledge, but only to those who know how to give themselves also to something that has no direct or rational meaning.

hromecMAURIZIO VANNI: MANI DI LUCE / HANDS OF LIGHT, Lucca 2014